Camilla Moro

Una Tigre in Giardino - II ED.

eBook
Versione cartacea



Prima di tutto il grido. Acuto ma anche pastoso, echeggiante. Sprigionato dal ventre di una conchiglia. Sfuggito all'abisso. C'è chi giura di averlo sentito, a metà della notte...


Il diario di Camilla

Leggi
Lo studio di Solcio di Lesa




Visita il Sito e Chiedi un Colloquio

Il Filo
Edito da , 1995

Attraverso il filo del telefono, madre e figlia dipanano sentimenti e rapporti divenendo alternativamente personaggi conflittuali di un'esistenza che scoprono essere stata non priva di incomprensioni e di rimpianti. Camilla Moro pur senza mettere fisicamente a contatto madre e figlia, le unisce emozionalmente, in modo speculare, per giungere a costruire per entrambe, forse, un nuovo modo di vivere.



INCIPIT

-Pronto, mamma?
-Zitti!!!Abbassate il volume! Riccardo...il televisore! C'è la Lucilla al telefono. Allora, come va?Arrivati bene?
-Bene, sì. L'albergo è stupendo!
- Siete a tavola?
-...il solito caos. Figurati che il papà ha appena rovesciato il vino. Ho dovuto sparecchiare tutto, uno schifo, ci eravamo appena seduti...Dice che do sempre la colpa a lui, ma non è vero? Non sta mai attento a dove mette le mani...
Anche noi tra poco andiamo a cena. Dopo c'è una festa, abito lungo.
- Quale ti metti?
- Quello blu.
- Di seta?
- Sì.
- E la camicia rosa, mai?
- Ne ho di tempo, sono appena arrivata. Comunque alla festa non so se ci andremo, Filippo non se la sente.
- Come, non se la sente.
- E' stato male sulla nave, non ha dormito questa notte. E' ancora bianco come uno straccio.



QUALCHE PAGINA DEL LIBRO

-Pronto, ma è vera la storia che porti il bambino all'università?
- Sì, quando c'è bel tempo.
- Col passeggino?
- No, ho comperato un marsupio, è molto comodo, lascia le mani libere, puoi salire bene anche in tram.
- E sta bravo?
- Sì, gli piace tanto. Ma non viene a lezione, abbiamo organizzato dei gruppi di studio ai giardinetti. L'ho portato al corteo per l'8 marzo, e non era l'unico...
- Hai parlato con la psicologa?
- Sì, ma ne so quanto prima. Dice che mi vuole vedere qualche altra volta, che Filippo va educato, che non conosce le donne, deve imparare ad amare.
- Oddio, allora è lunga, la storia! Imparare ad amare? Che significa?Per me quella lì non capisce proprio niente. Se l'unica cosa che vede quel ragazzo sei tu!Fin troppo, direi, fin troppo innamorato...
- Mamma: essere innamorati non significa amare.
- Sarà, comunque io non capisco quel che ha voluto dire...
- Io sì, anche se mi sembra impossibile che Filippo cambi.
- E dei pensieri, dei pensieri che ha detto?
- Niente, dice che passerà, che è stanco, schiacciato dal peso del ruolo di padre e di marito, è giovane, deve accettare queste responsabilità.
- Boh, sarà...ma non ha problemi. Voglio dire: economicamente non deve mantenere nessuno, gli si chiede solo di studiare...
- Anche a me sembra che diventare padre sia stato difficile per lui...
- E per te , allora tu non sei una madre giovane? Nessuno ci crede, quando vai in giro, che quello è tuo figlio. Di la verità, nessuno ci crede perché sei ancora una bambina tu.
- E' vero, ma è un altro discorso. Adesso stiamo parlando di lui, dei suoi problemi.
- Ma quella psicologa lì non si preoccupa per te? Ti carica della responsabilità di fargli da mamma?
- Non è lei che mi carica, sono io che mi sono messa in questa situazione, era un mio bisogno.
- Un tuo bisogno?
- Sì, è chiaro! Mi è sempre piaciuto fare da mamma, aiutare, soccorrere. Ti ricordi con Riccardo?
- Che c'entra adesso Riccardo?Ti piaceva, giocare con tuo fratello.
- Giocare? Veramente mi sono occupata di lui, gli ho insegnato a camminare...
- Eri già grande per la tua età, una bambina matura...Preferivi lui alle bambole.
-...ma avevo otto anni! Avrei dovuto giocare e invece mi sono occupata di lui, preferivo fare la vice mamma , perché?
- Non lo so, non lo so. Ma mi sembra che sia tutto un altro problema. Insomma, che cosa ti ha consigliato per aiutare Filippo?
- Niente, di stargli vicina, per crescere insieme.
- Parole! Son bravi a parlare, quelli lì.In fondo che cosa ha scoperto, di nuovo, che tu non sapessi già? [...]

- Di un po', ma tua sorella sapeva già di quest'uomo, come mai?
- Le ho scritto, sentivo il bisogno di raccontarlo a qualcuno...
- Capisco, a me non lo potevi dire...
- No, non ne avevo il coraggio. Tu disapprovi sempre...
- Disapprovo?Ma se quando finalmente te la sei lasciata scappare, la novità, non ho neppure parlato1
- Come no! Ho raccolto subito i tuoi commenti; che è sposato, che non lascia la moglie, che sogno un'avventura impossibile, eccetera , eccetera.
- Vorrei vedere! Qualunque persona di buon senso, non solo tua madre, farebbe le stesse osservazioni. E' talmente evidente la situazione...
- Evidente? Ma se non la conosci nemmeno!
- Non c'entra. A mio parere non c'entra. Non conosco lui ma conosco gli uomini in genere [...]



Torna indietro

Per ordinare i libri è possibile rivolgersi direttamente all'autrice scrivendo a info@camillamoro.it