Camilla Moro

Una Tigre in Giardino - II ED.

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Prima di tutto il grido. Acuto ma anche pastoso, echeggiante. Sprigionato dal ventre di una conchiglia. Sfuggito all'abisso. C'è chi giura di averlo sentito, a metà della notte...


Il diario di Camilla

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21/05/1998
Franca Romè - Franca Romè
Lettura di Rito di Iniziazione

A lettura ultimata, si ha l'impressione di avere visto un film, tanto il ritmo e lo stile di scrittura dell'autrice si identificano con una sceneggiatura.
I due personaggi del romanzo prendono corpo e si svelano attraverso il dialogo: continuo, serrato, lento, concitato, aggressivo o persuasivo. Pochissimi gli interventi dell'autrice: si permette descrizioni soltanto per le case che fanno da sfondo alla passione di Dacia e Andrea e per la città che a tratti rumoreggia intorno a loro.
Qualche abito, qualche corsa in automobile e i capelli rossi di lei.
Ma anche in questi casi le descrizioni sembrano indicazioni per una scena.
Buona la capacità di evidenziare l'isolamento degli amanti, che non si misurano con altra realtà che se stessi e la ricerca di se stessi. Gli altri, il marito e le figlie di lei, la moglie e il figlio di lui, le persone del passato sono fantasmi, immagini sfocate che, ben poco, interagiscono su ciò che i due sono destinati a vivere.
O a non vivere.
Che sembra il senso del romanzo.
Per quanto riguarda la sessualità, l'autrice entra nei particolari.
Come si usa oggi, apre le porte della camera da letto. Lo fa con garbo, qualche volta lasciando da parte il realismo, in occasioni particolarmente spinte.
In genere, non dà l'impressione di voler attrarre il lettore con scene erotiche: quasi tutti gli amplessi sono funzionali alla storia.
Come funzionali sono le reazioni scatenate nella donna dall'incontro- scontro con l'uomo che la porta a conoscere la propria carica erotica.
Il romanzo, nel suo insieme, è una storia molto femminile di paura dell'affezione, del legame, dell'abbandono nel corpo e nel cuore. Una paura che non svanisce, anche se alla fine lei resta incinta, tiene il figlio e lo fa nascere. Ma l'uomo (almeno quell'uomo) viene espulso e i due si perdono.
Una storia anche di ruoli rovesciati, per così dire, rispetto alla tradizione: qui è il maschio lo sconfitto che, però, è stato capace di innamorarsi e di accettarne le conseguenze.



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